Thursday, August 10, 2006

Musica & Fisco

Sbirciando in rete si vengono a conoscere sempre delle curiosità che ogni tanto ci lasciano un pò perplessi, come le seguenti.
Ripresa da un articolo apparso sul Corriere leggiamo che...........
Nel 1970 versavano nelle casse inglesi il 93% dei guadagni, negli ultimi vent'anni hanno pagato in tasse solo l'1,6%
Così un principe asburgico ha salvato gli Stones dal fisco

E Bono ne approfitta: mi piace il vostro agente, lo assumo anch'io
Nel 1965, i Rolling Stones avevano già venduto 5 milioni di album e 10 milioni di singoli, compreso Satisfaction, ma non avevano una sterlina in cassa. Licenziarono il manager Andrew Loog Oldham e si affidarono al newyorchese Allen Klein. Nel 1970 erano di nuovo nei debiti, soprattutto con il fisco britannico che pretendeva il 93% dei guadagni. Organizzarono un tour d'addio all'Inghilterra, abbandonarono Londra e Allen Klein, passarono l'estate del 1972 a registrare il capolavoro Exile on Main Street a Villefranche-sur-Mer vicino a Nizza e — soprattutto — nominarono responsabile delle loro finanze il principe asburgico Rupert Ludwig Ferdinand zu Loewenstein- Wertheim-Freudenberg, cioè «Ruppie the Groupie». Fu una buona scelta. Negli ultimi 20 anni grazie a Ruppie e alle società finanziarie olandesi da lui fondate i Rolling Stones hanno guadagnato 350 milioni di euro in royalties, pagando 5,6 milioni di tasse, ossia un infimo 1,6 per cento.I dettagli della vendetta degli Stones sul fisco sono trapelati ora, perché i membri fondatori ancora in attività — Mick Jagger, 63 anni, Keith Richards, 62, e Charlie Watts, 64 — cominciano a pensare al testamento. La grave caduta di Richards da un albero di cocco alle Fiji ha ricordato alle rockstar la loro natura longeva ma non eterna; i tre hanno istituito in Olanda due fondazioni pronte, in caso di morte, ad amministrare il patrimonio comune evitando liti tra gli eredi. La legge olandese obbliga in questi casi a rendere pubbliche alcune informazioni prima riservate, ed è così che il quotidiano tedesco Die Welt è venuto a sapere della fortuna — praticamente esentasse — accumulata negli ultimi vent'anni.«Mi piace il vostro agente, vorrei il suo numero», pare abbia esclamato Bono, il cantante degli U2 nemico del debito del Terzo Mondo. Se Rupert Loewenstein ha avuto l'idea iniziale di spostare tutte le finanze nella catena di società Promogroup, Promotour, Promotone, Promopub e Musidor, il merito di averle fatte fruttare va al loro dirigente olandese: dal 1˚ giugno, Jan Favie è anche il manager finanziario degli U2, la band che degli Stones ha ereditato l'appeal planetario e il gigantismo degli show.Il più povero dei Rolling Stones è il bassista Bill Wyman, che ha lasciato il gruppo nel 1991 e vanta un patrimonio di soli 30 milioni di euro. «Ma ho pochi contanti, quindi devo continuare a lavorare — ha detto al Guardian —. Ho sempre votato per i conservatori, i laburisti ci costrinsero a scappare dall'Inghilterra. Con tutti i milioni che abbiamo pagato al fisco, ho una pensione di 34 sterline alla settimana». Pure i Beatles si scontrarono con le severi politiche fiscali del premier laburista Harold Wilson: «Se guidi un'auto tasserò la strada / Se provi a sederti tasserò la sedia / Se provi a camminare tasserò i piedi / Perché sono l'uomo delle tasse!», cantava nel 1966 George Harrison in Taxman.L'indigenza di Wyman dipende dall'avere avuto la pessima idea di abbandonare la band proprio all'inizio di un nuovo periodo d'oro, quello dei tour mondiali: dal 1989 a oggi i Rolling Stones hanno guadagnato oltre 2 miliardi di euro solo con i concerti, la loro vera fonte di ricchezza. Anche il chitarrista Ron Wood, subentrato a Mick Taylor nel 1975, non gode dei servigi della Promogroup e infatti ha un patrimonio personale di soli 100 milioni di euro. Il batterista Charlie Watts, nella band dagli inizi nel 1962, possiede 120 milioni di euro, mentre la coppia Jagger-Richards, che scrive le canzoni e quindi intasca gran parte delle royalties, è molto più ricca: 300 milioni di euro per Jagger, 260 per Richards. Ogni volta che nel mondo una radio, o un gruppo di ragazzini, suona una canzone dall'infinito repertorio degli Stones, ai due compositori arrivano 5 centesimi di dollaro. «È molto bello andare a dormire sapendo che comunque sto guadagnando un mucchio di soldi», ha detto una volta Richards.Dopo aver riempito gli stadi di Milano e Parigi, domani sera i Rolling Stones suoneranno all'aeroporto militare Dübendorf di Zurigo davanti a 70 mila persone. Invidiose — come sempre — della carica rock della band dei 60enni, e stavolta anche del loro commercialista.
Stefano Montefiori
04 agosto 2006

Altra notizia in merito alla mitica Band Irlandese è la seguente:
"U2 sfuggono al fisco irlandeseIn Olanda i guadagni della bandIl cuore è in Irlanda ma il portafoglio nei Paesi Bassi. Gli U2 hanno deciso di trasferire parte del proprio impero milionario in Olanda per ragioni fiscali. Una decisione che ha ricevuto numerose critiche da parte del governo irlandese. Nei Paesi Bassi su tutti i guadagni provenienti dai diritti d'autore, a differenza di quanto accade in altri stati, non vengono applicate tasse sulle royalties.
La U2 Ltd, la società che amministra i diritti d'autore della band, il cui valore si aggira intorno 690 milioni di euro, avrebbe iniziato a trasferire dallo scorso giugno, secondo la stampa irlandese, il capitale da Dublino all'Olanda. Proprio come fecero un altro gruppo storico del rock, i Rolling Stones nel 1972.
Una mossa non molto gradita in patria. Non per altro perché proprio Bono Vox durante le sue campagne per la lotta alla povertà nel Terzo Mondo più volte aveva chiesto al governo irlandese di aumentare gli aiuti economici per i Paesi in via di sviluppo.
Contraddizioni"Avendo sentito Bono parlare della necessità per il governo irlandese - ha dichiarato un portavoce del ministero della Finanza - di destinare più fondi a Ireland Aid (il canale attraverso cui il governo di Dublino contribuisce agli aiuti ai paesi poveri), mi stupisce che gli U2 non siano disposti a contribuire in maniera equa alle casse dello stato come tutti gli altri contribuenti irlandesi".
L'immagine del cantante irlandese si è un po' appannata in questi ultimi giorni. Bono di recente è stato criticato dai suoi stessi fan dopo che un fondo di private equity di cui fa parte ha acquisito il 40 per cento di "Forbes Media", il gruppo editoriale statunitense simbolo del capitalismo più agguerrito.
Un investimento di quasi 300 milioni di dollari cha ha fatto storcere il naso ai gruppi che lottano contro la povertà nel mondo e che si riconoscono nel leader degli U2."


Conosciamo benissimo quanto sta facendo per i poveri il gruppo però certe cose fanno comunque riflettere.

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